Non conosco le regole di lotto, enalotto, schedine e via dicendo ma per ragioni che non sto a spiegare ho deciso di conoscere più da vicino il misterioso mondo delle Ricevitorie.
Così, complice la Fra, eccomi alla Numero 5 (che da noi non si chiamano, si numerano), una delle storiche genovesi, con i muri tappezzati di suggerimenti e oggetti scaramantici.
La porta è sempre spalancata, in qualunque stagione, e dà su tre scalini di marmo che portano, a salire, in una stanza di una ventina di metri quadrati dove spiccano tre o quattro colorate slot machine sulla destra, adeguamento necessario ai tempi moderni, una mensola con piatti colmi di sale grosso, bamboline strane, erbe sconosciute e altri indecifrabili oggetti invecchiati dagli anni, pile di schedine d'ogni sorta da compilare e poi, sugli altri due lati, un bancone a L con l'imprescindibile divisorio di vetro che fa un po' sportello bancario o postale ma soprattutto mantiene le distanze tra giocatore e ricevitore.
Vediamo le schedine del winforlife e decidiamo di giocarci quelle, giusto per entrare timidamente a far parte in modo legittimo di quest'umanità che ripone nel Caso più fortuito le proprie grandi o piccole speranze. Siamo per il metodo Stanislavskij e crediamo nell'immedesimazione.
Il giorno dopo scopro di aver vinto ben 2,10 euro. Ossia di aver guadagnato dieci centesimi. Non sono propriamente una fortunata al gioco ma i Dii mi proteggono dalle ingenti perdite, a quanto pare.
Torno alla ricevitoria decisa a incassare e rigiocare.
Non credo capiti spesso di essere felici per non aver vinto.
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